Postproduzione fotografica: la gestione del cliente

Postproduzione fotografica: la gestione del cliente

30 Marzo 2021

Alessandro Fasolo

5 min

Postproduzione fotografica: la gestione del cliente

Qualcuno ha fatto il vostro nome. Oppure sono piaciuti i lavori che avete a portfolio. C’è stata una trattativa e alla fine avete deciso di collaborare. Avete un nuovo cliente! Il più è fatto? Non proprio.

La gestione di un nuovo cliente è un elemento critico per chi lavora nel campo della postproduzione fotografica. Da un lato c’è l’aspetto economico, dove è importante non sforare con i tempi per non perdere il margine di guadagno. Dall’altro, fotografi e studi fotografici sono spesso diffidenti nell’affidarsi ad un nuovo collaboratore per l’editing. Quindi quando succede, è bene farsi trovare pronti e dimostrare di essere degni di fiducia.

Alla base di tutto c’è il preventivo

Facendo un passo indietro, in realtà la gestione ottimale del cliente comincia da una corretta quotazione del lavoro. A meno che non abbiate già collaborato con il cliente in questione, fornite sempre una forchetta di costo che indichi un minimo e un massimo all’interno del quale ricadrà la cifra finale. Specie se si ha a che fare con un nuovo cliente, le variabili sconosciute sono troppe e il rischio di andare in pari o addirittura in perdita è una cosa da tenere in considerazione.

Molto importante è l’output richiesto (che deve sempre essere esplicitato in fase di preventivo): la dimensione di esportazione necessaria del file lavorato e approvato vi darà una buona indicazione sulla qualità richiesta del lavoro che affronterete. Ovviamente l’impegno per un immagine social non è lo stesso di quello necessario per una campagna stampa strutturata.

Qualche postproduttore definisce il proprio lavoro basandosi su un listino. Dal canto nostro, è sempre preferibile fare una valutazione puntuale e quotare la prestazione sull’effettiva mole di lavoro da affrontare.

Sviluppati o da sviluppare

Una volta realizzato lo shooting, le strade sono due: i file vengono forniti già sviluppati dal fotografo oppure è necessario partire dal RAW. Non entreremo nel merito del perché, a nostro parere, il software più indicato per questa operazione sia CaptureOne e non Lightroom (se volete approfondire la questione ne abbiamo già parlato qui).

Nel caso si parta dalla fase di sviluppo, ci sono alcuni aspetti da tenere a mente. Uno di questi è sicuramente la strumentazione utilizzata per l’acquisizione. Informatevi con cosa si scatta e tenetevi aggiornati sulle peculiarità di ogni brand: dimostrerete di essere un valido aiuto anche al di fuori del vostro ambito professionale e parlerete al fotografo nella sua stessa lingua.

Nella fotografia di prodotto, ma in certi casi anche nella moda, è richiesta un’attenzione particolare per la resa e la corrispondenza cromatica dei prodotti e dei materiali. Informatevi già durante la stesura del preventivo se il lavoro dovrà prevedere anche la gestione e correzione del colore, ad esempio con profilature personalizzata delle macchine, utilizzo di riferimenti colore o campioni fisici di materiale utili per la corrispondenza cromatica. Qualora  il lavoro debba essere stampato sarà fondamentale prevedere anche la realizzazione di prove colore certificate da sottoporre al cliente per l’approvazione. 

I contributi

Il fotografo potrebbe fornirvi dei “contributi” per facilitare il vostro intervento ovvero porzioni di immagini utili a ricostruire un riflesso ad esempio, oppure una macro di una texture particolare o scatti multipli per recuperare diverse illuminazioni. Non è detto che siano effettivamente necessari, dipende dal proprio flusso di lavoro e dal soggetto in questione. In ogni caso concordateli prima, in fase di progettazione dello shooting se possibile. Potrebbero essere fondamentali, e allora serviranno i contributi giusti. Potrebbero essere superflui, nel qual caso avrete fatto risparmiare del lavoro extra.

Interventi concordati e prima bozza

L’elenco degli interventi da effettuare sulle immagini deve essere fornito in forma scritta. Ogni intervento deve essere chiaramente indicato e non lasciare spazio ad interpretazioni. Il classico ”avevo capito che” e il “pensavo intendessi” sono tra le principali fonti di perdita di tempo.

Una volta pronta la prima bozza, consegnate al cliente un’immagine in bassa risoluzione perché possa verificare colori e interventi prima della finalizzazione e dell’esportazione del file definitivo. In questa fase il fotografo o lo studio fotografico potrebbero non essere il “vero” cliente finale, ma potrebbero dover sottoporre la bozza all’azienda o all’agenzia che ha commissionato il lavoro. È caldamente consigliato che siano state definite a monte quante revisioni sono comprese nella quotazione approvata. È importante farlo presente soprattutto durante la discussione della bozza: il rischio di correzioni che arrivano a spizzichi e bocconi e prove infinite (specialmente se il cliente finale non è il professionista che ha realizzato gli scatti) è sempre dietro l’angolo.

Nominate ogni immagine di bozza correttamente, in modo che sia chiaro al cliente che il file non è il definitivo e numeratele progressivamente. Sembra una cosa banale ma quando si producono più prove o bozze è difficile poi capire a quale di queste il cliente o l’agenzia fa riferimento nelle eventuali revisioni. 

I file approvati

Consegnate le immagini definitive nel formato concordato con il cliente e indicate nel nome del file le caratteristiche di base, specialmente nel caso di esportazioni in formati multipli. Inserite informazioni come la compressione, la profondità colore (8 o 16 bit) ed il profilo colore utilizzato. Farete risparmiare tempo e sarà molto apprezzato da chi dovrà utilizzare le foto.

“Regole” e consuetudini auree

Adesso che il “viaggio” della postproduzione delle immagini è concluso, estrapoliamo alcune regole del processo di gestione del cliente che riteniamo sempre valide, in special modo se si tratta di un primo incarico con un fotografo o uno studio fotografico:

  • fatevi sempre approvare il preventivo prima di iniziare a lavorare;
  • comunicate e fatevi comunicare sempre tramite email (in maniera da avere traccia scritta) gli step della lavorazione, le richieste di approvazione e modifica, eventuali variazioni dei tempi di consegna o interventi non preventivati; 
  • aggiornate il cliente sull’avanzamento del lavoro e comunicate tempestivamente se le modifiche o revisioni richieste sforano le tempistiche ed eventualmente il budget a disposizione; 
  • nel caso di dubbi fermatevi e chiedete chiarimenti, magari inviando una bozza della lavorazione in corso. Sarà percepita dal cliente come interesse e professionalità da parte vostra, oltre che a evitare di farvi lavorare per nulla;
  • inviate i file di bozza e definitivi sempre tramite servizi di filesharing sicuri e criptati;
  • se il lavoro lo richiede e le condizioni lo permettono, invitate il cliente a passare in studio; vedere l’immagine sullo stesso monitor e nelle stesse condizioni spesso evita molti fraintendimenti; 
  • archiviate in maniera corretta i file definitivi, potrebbero venirvi richiesti in futuro o servire per altri lavori. Meglio comunque concordare con il cliente un arco di tempo realistico per la conservazione dei file;
  • lavorate su un monitor professionale e soprattutto calibrato correttamente.

Per concludere

Quanto elaborato qui sopra è una proposta di gestione del rapporto di lavoro nell’ambito della postproduzione fotografica. Tale proposta è dettata dall’esperienza maturata anche in contesti diversi da quello fotografico commerciale. Riteniamo possa essere utile ad entrambe le tipologie di attori del mercato (fotografi/studi e ritoccatori) per impostare da subito una collaborazione basata sulla chiarezza e sulla trasparenza.

Alessandro Fasolo

Managing Partner & Business Development

Alessandro Fasolo

Alessandro Fasolo

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